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Italia. La beffa del 25 novembre

Il 25 novembre il movimento delle donne si preparava a festeggiare due fondamentali passi avanti nella legislazione contro la violenza sulle donne, ottenuti anche grazie a un accordo politico siglato tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del PD Elly Schlein: l’introduzione del consenso nella definizione di stupro e il nuovo reato di femminicidio. Ma sul primo la Lega ha fatto marcia indietro.

Ribelli, testimoni, vittime: donne contro la mafia

Le donne sono sempre state una potente leva di resistenza alla criminalità organizzata italiana. Quelle che hanno osato sfidare i boss, hanno pagato con la vita per aver denunciato le violenze subite dimostrando, però, che è possibile capovolgere il codice spietato della vendetta e dell’omertà per ottenere verità e giustizia. Raccontiamo alcune delle loro storie per onorarle tutte, nel terzo e ultimo articolo dedicato al ruolo femminile nelle mafie italiane.

Femmine d’onore: le pioniere della mafia italiana

L’immagine stereotipata delle donne di mafia restituisce figure dimesse e silenziose, che si muovono sullo sfondo di azioni sanguinose che hanno come protagonisti gli uomini. Ma negli ultimi decenni il loro ruolo ha subito una radicale metamorfosi all’interno dei clan e sono sempre più numerose coloro che hanno assunto posizioni di comando, vendicando i torti subiti e sviluppando complessi profili criminali.

Il ruolo della donna nelle mafie italiane

Tradizionalmente escluse dai riti di affiliazione e dai posti di comando, madri, mogli e sorelle dei boss da sempre educano i figli ai codici della vendetta e dell’omertà, trasmettono i messaggi dei capi detenuti o latitanti, gestendone gli affari durante l’assenza, e forniscono supporto logistico. Da qualche decennio sono anche ai vertici di potenti famiglie e un terzo delle azioni delle società confiscate ai clan è nelle loro mani.

La nuova frontiera degli abusi in rete: la sextortion

Immagine Freepik. Tutto comincia con un invito o una richiesta di amicizia da profili social o di dating app di persone di bell’aspetto che, dopo qualche messaggio dal tono intimo e confidenziale, convincono le vittime a inviare foto “esplicite” o a effettuare videochiamate erotiche. Una volta ottenuto il materiale compromettente, parte il tentativo di ricatto. Il fenomeno, noto come sextortion, dall’inglese sex, sesso, ed extortion, estorsione, in Italia sta raggiungendo proporzioni preoccupanti. Il report di Permesso Negato, un’organizzazione no-profit che supporta le vittime di condivisione non consensuale di materiale intimo, sottolinea che, sebbene il bersaglio principale degli abusi sessuali in rete siano le donne, dei 1086 casi documentati tra il...

La vittimizzazione terziaria delle donne che subiscono violenza

Flaminia Saccà insegna Sociologia dei fenomeni politici a La Sapienza di Roma ed è la responsabile del progetto di ricerca “STEP Stereotipo e pregiudizio” e dell’Osservatorio indipendente sui media “STEP. Ricerca e informazione”. Da anni indaga il modo in cui la violenza contro le donne viene affrontata in ambito giudiziario e mediatico in Italia, analizzando i numerosi bias che distorcono la narrazione del fenomeno e le loro conseguenze. L’intervista di Medfeminiswiya.

Le pittrici dell’età moderna a Roma

Nel museo capitolino di Palazzo Braschi si è appena conclusa una mostra dedicata alle artiste che hanno vissuto e lavorato nella città eterna tra il Cinquecento e l’Ottocento. Dopo secoli di censura storiografica, è stato finalmente ricostruito il percorso creativo e biografico di 56 di loro, finora dimenticate o ridotte all’invisibilità in un contesto tradizionalmente appannaggio maschile.

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