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Un’altra maternità è possibile?

Come in molti altri Paesi, anche in Italia la seconda domenica di maggio si celebra la Festa della mamma. In un contesto fortemente influenzato dalla religione cattolica e con un governo di estrema destra antiabortisa che incita alla procreazione, due attiviste affrontano il tema della maternità con dissacrante ironia. Dopo l’enorme successo del loro blog Mammadimerda e alcune fortunate pubblicazioni, sono ora in tour con uno spettacolo che parla di sessismo, pregiudizi e stereotipi di genere e invita a vivere con gioia la propria inadeguatezza.

Donne contro la censura di Erdoğan

Donne contro la censura di Erdoğan In un regime che limita fortemente la libertà di stampa e reprime l’opposizione, rischia soprattutto chi difende il popolo curdo, considerato il principale nemico dello stato. Numerose giornaliste, scrittrici, intellettuali, artiste e attiviste, accusate di terrorismo e di sostenere il PKK, vengono imprigionate e molte chiedono asilo all’estero. Un documentario racconta la storia di alcune di loro divenute ormai il simbolo della lotta per la giustizia e la libertà.

Donne e scienza: una storia di esclusioni e sottorappresentanza

Nei Paesi occidentali la presenza femminile alle facoltà STEM è ancora molto limitata e assunzioni e compensi di ricercatrici, professioniste e docenti sono notevolmente inferiori rispetto ai loro colleghi. Per secoli, inoltre, la medicina non ha tenuto conto delle differenze legate al sesso considerando il corpo della donna una versione in miniatura di quello dell’uomo, a eccezione degli organi riproduttivi. Le sperimentazioni cliniche e precliniche in ambito farmacologico, lo studio della sintomatologia, l’accertamento delle diagnosi e l’efficacia dei trattamenti somministrati si sono finora basati solo su prototipi maschili, incluse le cavie da laboratorio. Per questo le pazienti subiscono maggiori effetti collaterali ed eventi avversi a fronte di risultati più scarsi...

Grassofobia, body shaming, body positivity, body neutrality. Intervista a Maura Gancitano. Seconda parte

Se in passato essere robust* erano simbolo di agio e abbondanza, dalla seconda metà dell’Ottocento in Occidente il sovrappeso è diventato un marcatore di inferiorità che indica l’incapacità di adeguarsi alle condivise regole sociali. Lo stigma nei confronti del grasso riguarda tutt* ma condiziona principalmente le donne che, sentendosi sempre sotto osservazione, si sottopongono a diete ferree, allenamenti estenuanti e a un esasperante monitoraggio di taglie e misure. Oltre a ricevere consigli non richiesti, commenti offensivi e a essere rappresentate in modo stereotipato e negativo dai media, quelle con corpi non conformi hanno più difficoltà a trovare partner e subiscono costanti svalutazioni professionali.

Grassofobia, body shaming, body positivity, body neutrality. Intervista a Maura Gancitano. Prima parte

Numerosi studi analizzano lo stigma nei confronti delle persone grasse evidenziando le frequenti discriminazioni che queste subiscono in ogni ambito della vita. Nei colloqui di lavoro sono penalizzate perché alle loro caratteristiche fisiche vengono associati difetti che incidono sul rendimento professionale, come debolezza, pigrizia, mancanza di leadership e scarsa disciplina, e i media le rappresentano in modo negativo e stereotipato.

Sportive afghane in fuga dai taliban

Poco dopo il ritiro delle truppe statunitensi, ad agosto 2021, gli estremisti hanno ripreso il potere e imposto rigidi divieti alla popolazione, in particolare alle donne. Tra questi, l’obbligo di uscire accompagnate da un tutore maschio e la negazione del diritto allo studio, al lavoro e a svolgere qualsiasi attività fisica. Il 15 agosto dello stesso anno, i destini di quattro atlete si sono intrecciati all’aeroporto di Kabul, dove insieme ad altre migliaia di persone tentavano disperatamente di lasciare il Paese ormai sull’orlo del baratro.

Cybersessismo e abusi in rete: il caso delle foto non richieste del pene

La violenza di genere nel mondo virtuale è altrettanto reale, diffusa e pericolosa di quella offline. Secondo lo European Institute of Gender Equality, in Europa 1 donna su 10 ha subito violenze informatiche entro i 15 anni e 7 su 10 sono state vittime di cyberstalking. Chi agisce comportamenti abusanti sulla propria partner, inoltre, nel 71% dei casi le controlla anche il computer e nel 54% traccia il suo cellulare con appositi software. Tra gli abusi più diffusi sui social e nelle app di dating meritano un discorso a parte le “foto non richieste del pene” inviate da perfetti sconosciuti. Le motivazioni possono variare a seconda del contesto e del...

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